🍷 BAROLO (e Pommard…)
Degustazione Cieca parte_1
in VINOTECA SOLA 08/11/2018 – Articolo a cura di Pino Sola
1°VINO: POMMARD 1°CRU ” LES CHANLINS” 2016
Domaine Lafouge
La Storia
Il Domaine Jean e Gilles Lafouge è una tenuta a conduzione familiare da sei generazioni. La famiglia si è specializzata nella produzione di Auxey-Duresses, con una tradizione vitivinicola che si distingue per la qualitĂ e l’autenticitĂ dei propri vini.
Il Domaine Jean e Gilles Lafouge è una tenuta a conduzione familiare da sei generazioni. La famiglia si è specializzata nella produzione di Auxey-Duresses, con una tradizione vitivinicola che si distingue per la qualitĂ e l’autenticitĂ dei propri vini.
Per i vini bianchi, i terroir Les HautĂ©s e Boutonniers, adiacenti a Meursault, producono vini eleganti e profumati, caratterizzati da una nota minerale tipica dell’Auxey-Duresses bianca. Per i vini rossi, il Domaine offre un village di Auxey-Duresses e quattro Auxey-Duresses 1ers climat differenti. Questi ultimi variano dal piĂą fruttato al piĂą corposo e includono Les Ecusseaux, Le Climat du Val, La Chapelle (monopolio della famiglia) e Les Duresses.
Oltre ai vini di Auxey-Duresses, il Domaine Lafouge produce anche vini di Meursault, con etichette quali Meursault, Meursault Meix-Chavaux, Old Vine e Meursault The Puzzles. La gamma di vini rossi comprende inoltre due Pommard: Pommard The Noizons e Pommard 1er Cru Les Chanlins. Completano la produzione Borgogna Aligoté e Borgogna Passetoutgrain.
Il Domaine Jean e Gilles Lafouge continua a rappresentare una lunga tradizione di eccellenza vitivinicola, con un impegno costante verso la qualitĂ e l’espressione autentica dei propri terroir.
1° Cru Les Chanlins
Il 1° Cru Les Chanlins, piĂą precisamente Chanlins-Bas (per distinguerlo dal Chanlins-Haute, classificato come “village”, anche se la normativa consente l’uso del solo nome Chanlins), si estende su una superficie di 4,5 ettari, formando un regolare quadrato con un lato di circa 180 metri. Questa zona è contigua al “Rugiens-Haute” e presenta pendenze che variano dai 276 ai 315 metri sul livello del mare. I filari sono disposti in modo da seguire le linee di livello del terreno, con venti piccole vigne rettangolari che risalgono la collina esposta a est-sud-est. Il nome Chanlins potrebbe derivare dalla forma lineare e regolare del vigneto. Attualmente, dieci Domaine coltivano vigneti in questa area. Il terroir di Les Chanlins si caratterizza per il suolo di colore chiaro, ricco di ghiaie fini.
L’Annata 2016
Il mese di marzo è stato regolare, con i primi germogli apparsi a fine mese. Tuttavia, aprile ha portato terribili gelate seguite da grandinate. In queste condizioni estreme, la vite attiva le “Gemme di Controllo”, che emergono quando la pianta perde il primo spunto vitale, causando comunque una perdita di uva. La situazione è migliorata nonostante una seconda grandinata il 28 maggio, ma con molti problemi. Il blocco primaverile della vegetazione ha portato a un ritardo della vendemmia verso fine settembre. L’estate ha visto precipitazioni minime ma con un parziale recupero, mentre settembre è stato siccitoso con una vendemmia assolata e rese limitate.
La Degustazione
Inserito alla cieca in una degustazione di Baroli, questo Pommard ha immediatamente evidenziato una morbidezza inusuale per un Barolo. Sebbene il Pommard sia uno dei grandi vini di Borgogna, è stato forse messo un po’ in ombra dal successo della CĂ´te de Nuits. Nonostante la reputazione del Pommard di essere tannico e duro, questo esemplare, pur giovanissimo, era sorprendentemente poco tannico. Le nostre note di degustazione lo descrivono come di colore rubino, non molto limpido (forse è stato mosso), con una buona consistenza. Al naso è fine e continuo, con note di piccoli frutti e morbida vaniglia del legno. Al gusto risulta secco, stranamente morbido, quasi rotondo, con corpo medio e poco tannico, ma con discreto equilibrio. Un vino quasi pronto.
2° Vino: Barolo di Monforte “Bussia – Vigna La Mondoca” 1995
Poderi e Cantine Oddero
La Storia
La storia contemporanea dell’azienda è strettamente legata a quella di Giacomo Oddero, nato nel 1926, nipote del primo Giacomo della famiglia, da cui ha ereditato il nome. Figura eclettica e dai vasti interessi culturali, Giacomo ha rinnovato l’antica azienda agricola a partire dagli anni ’50, intraprendendo una lunga battaglia per elevare la qualitĂ e il prestigio dei vini, non solo quelli prodotti da lui, ma di tutta la provincia di Cuneo. Tra i numerosi incarichi pubblici e amministrativi, è stato assessore provinciale all’Agricoltura, firmando i disciplinari storici che hanno concesso ai vini delle Langhe e del Roero la DOC e successivamente la DOCG, oltre a molte regolamentazioni per vari prodotti agricoli, dai formaggi alla nocciola di Langa, fino agli ortaggi di pianura. Nel 1997, Giacomo Oddero ha fondato il Centro Nazionale Studi sul Tartufo d’Alba, oggi il principale centro italiano per lo studio e la promozione del «Re dei funghi», il celebre Tuber Magnatum Pico.
La storia contemporanea dell’azienda è strettamente legata a quella di Giacomo Oddero, nato nel 1926, nipote del primo Giacomo della famiglia, da cui ha ereditato il nome. Figura eclettica e dai vasti interessi culturali, Giacomo ha rinnovato l’antica azienda agricola a partire dagli anni ’50, intraprendendo una lunga battaglia per elevare la qualitĂ e il prestigio dei vini, non solo quelli prodotti da lui, ma di tutta la provincia di Cuneo. Tra i numerosi incarichi pubblici e amministrativi, è stato assessore provinciale all’Agricoltura, firmando i disciplinari storici che hanno concesso ai vini delle Langhe e del Roero la DOC e successivamente la DOCG, oltre a molte regolamentazioni per vari prodotti agricoli, dai formaggi alla nocciola di Langa, fino agli ortaggi di pianura. Nel 1997, Giacomo Oddero ha fondato il Centro Nazionale Studi sul Tartufo d’Alba, oggi il principale centro italiano per lo studio e la promozione del «Re dei funghi», il celebre Tuber Magnatum Pico.
Sotto la guida di Giacomo, i Poderi Cantine Oddero hanno assunto l’attuale configurazione produttiva, ampliando l’estensione dei vigneti, il numero di bottiglie prodotte e sostenendo una politica di qualitĂ riconosciuta a livello internazionale. L’ereditĂ di Giacomo Oddero è oggi portata avanti dalla figlia Mariacristina, entrata in azienda verso la fine degli anni ’90, e dai nipoti Isabella e Pietro, che rappresentano la settima generazione di una famiglia con oltre un secolo e mezzo di tradizione vitivinicola. Conservando con amore la tradizione dei padri fondatori, la nuova generazione ha saputo portare in casa Oddero una ventata di giovinezza, eleganza e innovazione, rispettosa dell’ambiente in vigna e del vino in cantina. Grazie al loro lavoro attento, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, frutto di passione, fatica e tenacia.
Vigna Mondoca
La vigna Mondoca, situata nel comune di Monforte d’Alba, ha un’estensione di 1,1 ettari ed è parte della MGA «Bussia», la cui estensione totale è di 298,89 ettari. Questo vigneto di proprietĂ si trova vicino all’abitato di Dardi. Il suolo Miocenico-Elveziano presenta orizzonti di sabbia piĂą o meno compatta, di colore giallastro, con arenarie biancastre dette arenarie di Diano (sabbie compatte, cementate per deposito di cementi naturali, come i carbonati di calcio dalle acque marine). Nella parte piĂą alta del vigneto, la schiena, il suolo è bianco, magro e polveroso; nelle estati siccitose, a causa della povertĂ di sostanza organica, appare arido, bianco e riflette la luce del sole. Le piante spesso vanno in stress per carenza idrica, e sembra che solo il Nebbiolo abbia la forza per vivere in queste condizioni. Talvolta si ricorre a concimazioni esclusivamente organiche o con stallatico maturo da stalle biologiche, per aiutare la vigna a trattenere l’acqua in profonditĂ . Mondoca, «sorì del pomeriggio» (dal piemontese sorì, «vigneto ben esposto al sole»), con esposizione sud-sudovest, realizza le maggiori somme termiche tra i vigneti dell’area del Barolo.
L’Annata 1995
L’annata 1995 ha avuto un andamento climatico anomalo, ma nel complesso soddisfacente. A un inverno relativamente mite con precipitazioni contenute è seguito un inizio primavera con temperature fresche e scarsi eventi piovosi. Alla fine della primavera e all’inizio dell’estate, nel mese di giugno, si è verificato un forte rialzo termico con temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Il mese di luglio ha visto una prima quindicina con temperature fresche e assenza di precipitazioni, seguita da un periodo di gran caldo estivo. Agosto ha avuto temperature inferiori alle medie, ma con cielo sereno e assenza di precipitazioni insistenti. Settembre è iniziato con alcune giornate di pioggia, ma poi il clima è tornato quasi estivo fino alla fine del mese, con forti escursioni termiche utili per esaltare l’accumulo degli zuccheri e delle sostanze aromatiche nell’acino. L’inizio di ottobre ha visto alcuni giorni di pioggia, ma nelle zone del Barbaresco e del Roero la vendemmia era giĂ conclusa, mentre nel Barolo oltre la metĂ del prodotto era al sicuro in cantina. Nel complesso, le uve si presentavano in buone condizioni grazie alle pratiche agronomiche adottate durante l’estate. Dai primi risultati di cantina, l’annata 1995 promette bene, con vini di buona gradazione alcolica, colori marcati e intense sensazioni aromatiche.
La Degustazione
Il vino si presenta di colore rubino-aranciato con ottima consistenza. Al naso è intenso, con note di rosa appassita, accenni di goudron, catrame e liquirizia. Al palato è molto secco, continuo, con corpo medio-pieno, tannini morbidi e buon equilibrio. Il finale è piacevole ma di poca lunghezza.
3° Vino: Barolo di Serralunga d’Alba “Vigna Rionda” 1998
Poderi e Cantine Oddero
Il Grand Cru – Vigna Rionda
La Vigna Rionda fa parte del comune di Serralunga d’Alba. La sua estensione è di 13,14 ettari, con una quota altimetrica che varia da 250 a 350 metri sul livello del mare. L’esposizione è prevalentemente sud e sud-ovest per il nucleo principale, e ovest per l’estremitĂ rivolta verso Monforte d’Alba. I vitigni coltivati sono principalmente Nebbiolo, con Barbera, Dolcetto e Langhe Bianco per la parte restante. Senza nulla togliere ad altri importanti cru di questo comune, Vigna Rionda è divenuta sinonimo di Barolo di Serralunga nell’immaginario collettivo, sebbene lo stile dei suoi vini si discosti dai canoni tipici di questo comune. I Baroli prodotti qui sono distinti prima di tutto come Baroli di Vigna Rionda, evidenziando l’impronta unica di questo cru, che si traduce in uno stile verticale, austero e quasi inflessibile.
L’Annata 1998
L’annata 1998 è stata molto difficile dal punto di vista agricolo, in particolare per la viticoltura. Gli attacchi parassitari, principalmente di peronospora e oidio, hanno creato problemi persistenti da metĂ maggio fino a tutto luglio, con qualche strascico anche nel mese di agosto. I danni sono stati considerevoli dal punto di vista quantitativo, ma fortunatamente non da quello qualitativo. L’impegno dei viticoltori è risultato fondamentale: la difesa della vite, la scelta del momento e del prodotto per i trattamenti, le pratiche agronomiche adottate, come il controllo del vigore e l’accessibilitĂ dei terreni, hanno avuto un ruolo determinante. La variabilitĂ dell’annata 1998 ha evidenziato differenze tra i vigneti, con alcuni che hanno sofferto gravi danni da grandine e vento. La vendemmia è iniziata nelle prime settimane di settembre per Arneis e Favorita, con Dolcetto raccolto prevalentemente nella seconda metĂ di settembre, mentre per Barbera e Nebbiolo la vendemmia si è concentrata nella seconda e terza settimana di ottobre. Il livello qualitativo delle uve era generalmente buono, con il Nebbiolo che ha potuto raggiungere l’eccellenza grazie alle migliori condizioni climatiche di maturazione e raccolta tardiva.
La Degustazione
Dopo l’escursione nel meglio della Borgogna, entriamo “a bomba” in uno dei terroir piĂą prestigiosi al mondo, come descritto da Alessandro Masnaghetti, il principale esperto del Barolo. Le note di degustazione del Barolo Vigna Rionda 1998 sono le seguenti: colore rubino molto scuro con riflessi aranciati, ottima consistenza. Al naso è molto caratteriale, intenso e persistente, con note iniziali quasi fastidiose come di chinato, seguite da goudron, catrame, gomma bruciata e liquirizia. Al gusto si presenta in salute, molto secco, austero e maschile, con corpo pieno e molto equilibrio. La marcata carica tannica è armonizzata da una solida materia fruttata e una ricca sapiditĂ minerale. Il finale è lungo, dominato da goudron, con un carattere unico che richiama i Vintage Port, i grandi Rioja, il Brunello Soldera, l’Aglianico del Vulture e il Nerello Mascalese e Cappuccio dell’Etna, pur con le dovute e benedette differenze e senza dimenticare la Cote de Nuits.
4° Vino: Barolo Riserva di Monforte d’Alba “Gran Bussia” 1997
Poderi Aldo Conterno
La Storia
Gli antenati di Aldo Conterno emigrarono in Argentina nell’Ottocento, ma rientrarono in Italia a causa di vicissitudini familiari. Giovanni Conterno tornò a Monforte d’Alba, dove iniziò a coadiuvare il padre Giuseppe nella produzione di vino locale, incrementando la produzione e iniziando a vendere anche all’estero. Negli anni ’20, la cantina Conterno iniziò a imbottigliare il Barolo Riserva, destinato a diventare uno dei vini piĂą prestigiosi. Giovanni cedette l’azienda al figlio Giacomo alla fine degli anni ’30, il quale continuò la tradizione con dedizione e lungimiranza, affermando il marchio Conterno in tutta Italia.
Negli anni ’50, Aldo Conterno emigrò in America per creare un’azienda vinicola, ma dopo alcune vicissitudini, tornò in Italia e si unì all’azienda familiare. Nel 1961, Giacomo passò l’azienda ai figli. Tuttavia, il desiderio di Aldo di avere una propria azienda rimase vivo, e nel 1969 fondò la Poderi Aldo Conterno acquistando la tenuta “Favot”. Oggi l’azienda è gestita dai tre figli di Aldo: Franco, Stefano e Giacomo, che portano avanti la tradizione familiare con passione e innovazione.
Il Cru Bussia
Il cru Bussia è uno dei piĂą prestigiosi di Monforte d’Alba, noto per produrre alcuni dei Baroli piĂą iconici. Comprende diverse sottozone come Pianpolvere, Colonnello, Visette e Arnulfo, con una distinzione tra Bussia Sottana e Bussia Soprana. I Poderi Aldo Conterno producono Baroli da tre cru specifici: Cicala, Colonnello e Romirasco, con il “Gran Bussia” che rappresenta un blend delle migliori uve di questi cru, simile a un Grand Cru francese.
L’Annata 1997
Il 1997 è stata un’annata eccezionale per la viticoltura nelle Langhe e nel Roero. Caratterizzata da un clima caldo e secco, con precipitazioni ridotte, ha favorito un’eccellente maturazione delle uve. L’anno iniziò con freddo e nevicate, seguiti da un periodo secco con temperature superiori alla media fino a maggio. Giugno fu il mese piĂą piovoso, mentre settembre, solitamente piovoso, fu caldo e asciutto, ideale per la maturazione delle uve. La vendemmia precoce portò in cantina uve sane e mature, con un eccellente accumulo zuccherino e una ridotta aciditĂ , particolarmente quella malica. L’annata non ha presentato particolari problemi fitopatologici, se non qualche preoccupazione per l’Oidio e un aumento delle Cicaline.
La Degustazione
Dopo 21 anni, il “Gran Bussia” 1997 si presenta come un Barolo di grande eleganza e complessitĂ . Al naso, offre intensitĂ e persistenza con sentori freschi, balsamici e silvestri, seguiti da note terziarie di cuoio, caffè e rosa appassita. Al palato, il vino è secco, con corpo pieno e un equilibrio armonioso tra morbidezza e tannini ben integrati. La mineralità è spiccata, contribuendo alla complessitĂ del vino. Il colore è rubino brillante con riflessi aranciati e mostra una buona consistenza nel bicchiere. Questo Barolo rappresenta il culmine delle ambizioni di Aldo Conterno, esprimendo al meglio le potenzialitĂ del cru Bussia e la filosofia di vinificazione dell’azienda. Grazie alla paziente maturazione, il vino ha raggiunto un equilibrio organolettico che ne esalta la qualitĂ e la longevitĂ , offrendo un’esperienza di degustazione memorabile.