Monfortino al ristorante Ippogrifo con Massimo & C.
Barolo Riserva Monfortino 2015
Genova, 21 dicembre 2023 – ore 13.00
Un’attesa esterna di qualche minuto e poi arriva “Bambino Gesù” Corsucci con il fido Aldo e gli amici della Passadore, che sono arrivati per primi. Si entra in un locale tra i migliori della città. L’atmosfera è amichevole, quasi quella di un cliente abituale. L’ambiente è morbido, ordinato e sufficientemente elegante, ideale per i ricchi genovesi. Gianni, fratello del boss Giulio, ci accoglie calorosamente. Ci viene riservato un tavolo tondo appartato per sei commensali, e l’inizio della serata è segnato dalla scelta del menù, mentre a me spetta la carta dei vini, che già conoscevo dallo scorso anno, quando in una ventina salimmo al piano superiore e bevemmo il vino atesino Veltliner – Nossing. Ricordo che Corsucci ed io iniziammo con uova e tartufo.
Girando la carta dei vini, con i nomi dei migliori etichette in bella vista, e sapendo che ALDO è un amante del Piemonte, incrocio tra i Barolo uno che è il mio preferito. Ma a stupirmi è il prezzo molto favorevole (800 euro). Si tratta del Barolo Monfortino 2015, l’ultima annata messa in commercio da quel genietto unico e irripetibile produttore, Roberto Conterno. Pochi anni fa avevo visitato la cantina, riportando impressioni molto positive.
I suoi vini, e in particolare il raro Barolo Monfortino, che proviene dalle uve migliori del vigneto Cascina Francia, sono tra i più apprezzati a livello mondiale, e vengono serviti sulle tavole più prestigiose con prezzi che variano tra i 2000 euro o dollari. Le annate 2015 e 2016 sono considerate le ultime grandissime annate. Manifesto il mio stupore per il prezzo al patron Gianni, e la sua risposta è tanto semplice quanto geniale: “Di questo vino, che avevo in cantina tre bottiglie, ne rimangono due, ma solo per Massimo”. Massimo non si fa pregare e ordina subito il Barolo. Aldo sembra positivamente attratto dalla scelta e commenta sulla qualità eccezionale e sul prezzo del celebre borgogna Romanée Conti.
Arriva il Monfortino 2015, e subito i miei ricordi vanno al carattere marcatamente tannico di quel vino che avevo assaggiato anni fa. Il tannino è quella sensazione che ti lega il palato, ed è soprattutto un acido che preserva il vino nel tempo. Ma questi sono i tannini più celebri tra tutti i Barolo prodotti in Langa, quelli della vigna Cascina Francia. Sulla rarità e la qualità del Monfortino, il suo vignaiolo Roberto Conterno ha costruito un vero e proprio impero. All’assaggio di questo vino del 2015, che ha passato sette anni tra botte e bottiglia, ho trovato un prodotto molto buono, pronto, come si dice in gergo. Facile e pronto al palato, molto piacevole, senza le nobili asperità tanniche tipiche dei grandi Barolo. Ho perdonato a Gianni di non averlo decantato, ma continuo a sottolineare che lo stupore per la facilità di beva del Monfortino mi ha sollevato molti interrogativi. Comunque, un pranzo eccellente, con molti consensi sul vino, e come sempre è imperante la proverbiale generosità di MASSIMO. Tra i commensali, solo ALDO, annuendo alla qualità del Barolo, mi dà l’impressione di apprezzarne la profondità e la qualità.
Baci e abbracci natalizi, ma nella mia mente iniziano a sorgere alcuni interrogativi sul Monfortino, un vino che avevo assaggiato molto giovane in cantina, nelle splendide e ormai celebri botti di rovere di Slavonia austriache Pauscha, e altre volte con annate intorno ai 10 e 20 anni, ma sempre accompagnando il “fine bocca” dell’assaggio con quei proverbiali tannini, croce e delizia del Barolo.
Ho iniziato le mie ricerche sui blog internazionali del vino. Tra i miei preferiti, ho visitato Antonio Galloni, un italo-americano di New York, ottimo scrittore, che ha creato una piattaforma chiamata Vinous, dove il Barolo, insieme ai grandi Borgogna, primeggia nel panorama mondiale. Roberto Conterno e la sua cantina, con il Monfortino, sono stati oggetto di approfondimenti qualitativi. Un video di Vinous ha confortato i miei dubbi sul Monfortino 2015. Questi “wine writers”, che accompagnano il favoloso mercato americano, sono molto competenti e affidabili. Nel video citato, il Monfortino viene trattato insieme alle ultime annate, e il 2015, considerata una grande annata, è caratterizzato anche dalla presenza di uve provenienti da una nuova proprietà, chiamata Airone, acquisita da Roberto Conterno. Inoltre, da prima del 2015, in cantina sono state introdotte nuove tecniche di macerazione delle uve per rendere il vino meno tannico e più pronto al consumo. Queste informazioni mi hanno fatto placare i miei dubbi sul Barolo Monfortino 2015.
Mi permetto, al termine di questa breve riflessione, di fare una considerazione sulla ricerca di nuove tecniche in cantina, pur essendo il vino già prossimo alla qualità assoluta. Ridurre a sei o cinque anni la maturazione del Monfortino, rispondendo ai tempi veloci di questo mondo, potrebbe essere una scelta giusta, come pure dimenticare una tradizione secolare. Oppure, la teoria dei grandi numeri impone di accelerare la commercializzazione? È una questione tra Re Mida e Roberto Conterno, il miglior produttore di Barolo.
Come sempre, i miei più sentiti ringraziamenti vanno a Massimo Corsucci, il più amichevole dei compagni.